Lapo Ferrarese
© Lapo Ferrarese - 2014

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“Vecchi amici – Lapo Ferrarese”

Recensione di Paolo Merenda del 22.05.2014.

Pregevole raccolta di racconti horror per l’autore fiorentino. La sensazione che ho provato nel leggere questo ottimo libro è stata di leggere la mia raccolta di racconti “Dodici” partorita dalla mente di un’altra persona. Davvero molti i punti in comune, a partire dagli undici racconti (nel mio caso conclusi da una postfazione nella dodicesima parte) per finire ai temi trattati. In “Apri gli occhi”, ad esempio, al centro della storia una casa stregata, come nel mio “L’ultimo falò”, anche se Lapo Ferrarese  ha il merito di basare tutto su un personaggio, disteso con gli occhi chiusi, al centro di una stanza, creando una storia claustrofobica dal finale aperto. Finale aperto che torna quasi in tutte le storie, per lasciare al lettore la possibilità di scegliere in che modo proseguire. Ma la brevità dei racconti porta a leggerli tutti d’un fiato, catapultandolo quindi, un passo dopo l’altro, nella mente dell’autore stesso. Non mancano le citazioni, come in “L’armadio” e “L’ombra del vento”, in cui vedo chiari riferimenti all’opera di Stephen King: se il primo riporta a “Il baubau”, racconto di “A volte ritornano”, il secondo resta sulla stessa raccolta di racconti del Re del Brivido, spostandosi su “Jerusalem’s Lot”, per un omaggio neanche troppo velato dato che mantiene la forma epistolare del racconto di King. Chicca per gli appassionati è il nome della locanda, “Stagioni diverse”, come l’omonimo libro dello scrittore del Maine. Ne “La lettera a Babbo Natale” il pathos regna dalla prima all’ultima riga, e mi ha ricordato il Babbo Nasale armato di mitragliatrice in Futurama, cartone nato dal genio di Matt Groening, lo stesso de “I Simpson”. Quando ho letto il penultimo racconto, “Strani sogni”, mi sono chiesto perché non l’avesse scelto come ultimo data la scena apocalittica narrata, ma poi arrivando a “Vecchi amici”, ultima storia e che dà il nome alla raccolta, ho capito che la chiusura del cerchio, per Lapo e i suoi personaggi, era appunto rivedere i vecchi amici che popolano il libro. Buon libro che ho dapprima divorato velocemente e poi, da “Mucche” in poi, centellinato per godere al meglio la lettura delle pagine di un autore che sa farsi valere lungo i sentieri della paura. Citazione d’obbligo per “Il gatto nero”, che è riuscito a incutermi un timore a cui pensavo fossi ormai immune.” di Paolo Merenda http://www.paolomerenda.it/vecchi-amici-lapo-ferrarese-recensioni-2/  
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