t

“Vecchi amici. Racconti horror”. Recensione su Leggere:tutti - Mensile del

libro e della lettura (n. 93, gennaio-febbraio 2015)

Con questa serie di racconti Lapo Ferrarese torna a cimentarsi con un filone a lui particolarmente congeniale: l’horror e il fantastico. In ogni pagina troviamo, sapientemente dosati, gli ingredienti tipici del genere: l’ambientazione notturna e oscure e minacciose presenze che, associate a insoliti cigolii, spesso interrompono il sonno dei protagonisti, alimentando le loro gotiche e inquietanti fantasie. Tutti gli oggetti quotidiani e familiari, improvvisamente deformati dalle tenebre, assumono un’apparenza sinistra e minacciosa che getta i protagonisti nel cupo baratro delle paure infantili che spesso, a nostra insaputa, ci accompagnano anche in età adulta. Il lettore viene letteralmente trascinato in una sorta di dimensione parallela dove è molto labile il confine tra realtà e fantasia, tra sogno e veglia, e dove viene improvvisamente annullata ogni coordinata spazio-temporale. Così il protagonista di Vecchi Amici, il racconto che emblematicamente chiude l’avvincente raccolta, tornato a visitare la soffitta della casa in cui aveva trascorso l’infanzia, ormai completamente ristrutturata, si trova improvvisamente catapultato nel passato. La soffitta assume nuovamente l’aspetto fatiscente di un tempo, con le crepe sui muri e la lampadina che penzolava dal soffitto, ma soprattutto le tenebre della notte tornano a popolarsi di quelle presenze mostruose, “i lupi”, che tanto lo avevano spaventato da bambino. È questo sottile e intrigante gioco di continua suspense che battuta dopo battuta ci coinvolge, attivando un immediato processo di empatia con le terrificanti fantasie dei protagonisti. di Maria Francesca Giambi